Come Riconoscere l’Oro Vero: la Guida Definitiva ai Punzoni (750, 585) e ai Miti da Sfatare

Nei film western, c’è una scena iconica: il cercatore d’oro o il cowboy di turno morde una moneta per testarne l’autenticità. È un gesto d’effetto, ma nella realtà è probabilmente il modo peggiore per verificare se un oggetto è d’oro, oltre che un potenziale danno per i vostri denti.

Ereditare un gioiello o ritrovare un vecchio anello in un cassetto scatena sempre la stessa domanda: “Sarà oro vero?”.

Prima di correre a conclusioni, è possibile trasformarsi in un piccolo “detective” di metalli preziosi. Esistono metodi empirici, miti da sfatare e un unico, vero indizio quasi infallibile che potete verificare da soli: il punzone.

In questa guida, vi insegniamo a separare i fatti dalla finzione.

1. Il Metodo Infallibile: Imparare a Leggere i Punzoni

Questo è l’indizio più importante. Il punzone è, a tutti gli effetti, la “carta d’identità” di un gioiello. In Italia (e in gran parte del mondo) è obbligatorio per legge e fornisce due informazioni fondamentali:

  1. Il Titolo (La Purezza): Un numero che indica la quantità di oro puro presente nella lega.
  2. Il Marchio del Fabbricante: Un codice che identifica l’azienda orafa che ha prodotto l’oggetto.

Come trovare il punzone? Armatevi di pazienza e di una buona lente d’ingrandimento. I punzoni sono spesso minuscoli e si trovano in posizioni nascoste per non rovinare l’estetica del gioiello:

  • Anelli: all’interno del gambo.
  • Collane e Bracciali: vicino al moschettone di chiusura o sulla maglia finale.
  • Orecchini: sul perno o sulla “farfallina” di chiusura.
  • Pendenti: sull’anellino di aggancio.

Decodificare i Numeri: Cosa Significano i Titoli

Il numero che vedete è espresso in “millesimi” e indica quante parti di oro puro ci sono su 1000 parti di lega.

Ecco i punzoni più comuni che dovete saper riconoscere:

Punzone (Millesimi)
Carati (k)
Percentuale Oro Puro
Descrizione
999 (o 999.9)
24 Carati
99.9%
Oro puro. Usato quasi esclusivamente per lingotti da investimento, è troppo morbido per la gioielleria.
750
18 Carati
75.0%
Lo standard assoluto della gioielleria italiana. Significa 750 parti di oro e 250 parti di altri metalli (rame, argento, palladio) per dare colore e durezza.
585
14 Carati
58.5%
Molto comune in Germania, Europa dell’Est e Stati Uniti. Più resistente ma meno “prezioso” del 18k.
375
9 Carati
37.5%
Il minimo legale in alcuni paesi (come il Regno Unito) per essere definito “oro”. Contiene più metalli “vili” che oro.

Se sul vostro gioiello è impresso il marchio 750, avete la quasi certezza di avere tra le mani un oggetto di 18 carati.

2. Test Casalinghi: Cosa Funziona (e Cosa No)

Se il punzone è illeggibile a causa dell’usura o assente (su oggetti molto antichi), si possono usare alcuni test empirici.

Il Test della Calamita (È Magnetico?)

  • Il Fatto: l’oro è un metallo diamagnetico. Non è magnetico e non viene attratto da una calamita.
  • Il Test: avvicinate una buona calamita (non la calamitina da frigo, meglio una al neodimio) al vostro gioiello.
  • Risultati:
    • Si attacca fortemente: l’oggetto non è d’oro massiccio. È quasi certamente un metallo ferroso (come ferro o acciaio) placcato oro.
    • Non si attacca: questo è un buon segno. Significa che non è ferroso.

L’Eccezione dell’Esperto: Attenzione alle chiusure! Nei moschettoni di collane e braccialetti, la piccola molla interna non è mai d’oro (è in acciaio, per garantirne l’elasticità). È normale che la calamita abbia una leggerissima attrazione solo in quel punto. Se il resto della catena non si attacca, il test è positivo.

Il Test Visivo (Si è rovinato?)

  • Il Fatto: l’oro è un metallo nobile: non arrugginisce, non si ossida e non “diventa verde” a contatto con la pelle (a meno di allergie specifiche ai metalli della lega, ma non è l’oro a macchiare).
  • Il Test: osservate l’oggetto controluce, specialmente nei punti di maggiore usura (gli angoli vivi, la parte inferiore di un anello, i bordi di una medaglia).
  • Risultati: se vedete affiorare un colore diverso (color rame, verdastro, nero, argento scuro), significa che lo strato superficiale dorato è svanito. Si tratta di un oggetto placcato o di bigiotteria.

3. I Miti da Sfatare (Metodi Inutili o Pericolosi)

Su Internet si legge di tutto. La maggior parte dei test “fai-da-te” consigliati sono nel migliore dei casi inefficaci, nel peggiore pericolosi.

  • Il Mito: Il Morso. Come detto, è inutile. L’oro è un metallo morbido (lasceresti il segno dei denti), ma lo è anche il piombo placcato oro. Non fatelo.
  • Il Mito: L’Acido (Kit Fai-da-te). Online si vendono kit con acidi nitrico e cloridrico per testare l’oro. State alla larga. Sono sostanze chimiche corrosive e pericolose da maneggiare senza esperienza e attrezzatura adeguata. Possono causare ustioni e rovinare irrimediabilmente l’oggetto, vero o falso che sia.
  • Il Mito: La Ceramica. “Striscia l’oggetto su un piatto di ceramica non smaltata: se lascia un segno dorato è oro, se nero è falso”. È un metodo vago, che si basa sulla stessa logica dei test con acido (la “pietra di paragone”), ma che può danneggiare sia l’oggetto che la ceramica senza dare certezze.

L’Indizio non è la prova

Avete trovato un punzone “750” e l’oggetto non attira la calamita? Congratulazioni, avete ottimi indizi che si tratti di oro 18 carati.

Tuttavia, un punzone (soprattutto su oggetti di dubbia provenienza) può essere contraffatto e un test casalingo può essere ingannevole. L’unico modo per avere la certezza assoluta del titolo, del peso e quindi del valore, è un’analisi professionale.

I professionisti del settore non usano calamite o acidi, ma tecnologie come lo spettrometro XRF, un dispositivo che analizza la composizione esatta della lega in pochi secondi, senza intaccare o danneggiare in alcun modo il gioiello.

Il Tuo Prossimo Passo

Conoscere ciò che si possiede è il primo passo per gestirne correttamente il valore. Ma, come hai letto, districarsi tra punzoni “750” illeggibili, test fai-da-te inaffidabili e valutazioni opache può essere fonte di stress e incertezza.

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